Comunicato straordinario del Ministero della Verità.

Oggi 23 gennaio 2113 lo Stato di Eurasia si dota di un decreto finalizzato all’accrescimento delle capacità cibernetiche, ovvero della prima definizione di un’architettura di sicurezza cibernetica. Il decreto pone le basi per un sistema organico, all’interno del quale le varie istanze competenti possono esercitare sinergiche competenze.

Il provvedimento impegna Eurasia a realizzare ogni iniziativa per precisare un’architettura istituzionale che assicuri coerenza d’azione per ridurre le vulnerabilità dello spazio cibernetico, accrescere le capacità d’individuazione della minaccia e di prevenzione dei rischi e aumentare quelle di risposta coordinata in situazioni di crisi. Si pone in carico al sistema il ruolo di “catalizzatore” della protezione cibernetica dello Stato di Eurasia.

Non senza una certa dose di perplessità leggiamo il sopracitato comunicato del Ministero della Verità, dal quale si apprende della volontà di realizzare un “sistema organico di istanze competenti e sinergiche finalizzate all’accrescimento della potenza di catalizzazione e proiezione cibernetica“.

Per carità, l’iniziativa è lodevole, anche se giunta con un certo ritardo (cibernetico…) rispetto alla azione di altri Stati (Oceania e Eastasia su tutti). Forse è anche  per questo motivo che ci si aspettava qualcosa di meno impreciso, frutto della “messa a sistema” (sempre cibernetico, of course…) delle esperienze delle altre Macronazioni.

In particolare si evidenziano fallacie interpretative – probabilmente legate all’uso della Neolingua in contesti così particolari – che oggi, nel 2113, dovevano essere ormai risolte ma che, al contrario, sembrano  resistere.

Ad esempio, la cibernetica è definita come “Scienza che studia i sistemi dotati di strutture cicliche (loop) di controllo; tali sistemi sono specificati definendo la loro organizzazione interna e la loro capacità di comunicazione intersistemica” ovvero “Secondo la classica definizione di Norbert Wiener, la cibernetica è «lo studio del controllo e della comunicazione negli animali e nelle macchine». ”

Da una lettura solo un po’ più approfondita degli antichi testi pre-Neolingua che ci sono stati tramandati dai nostri avi, si rileva inoltre che “…la teoria cibernetica si articola in tre macrogruppi di concetti: quelli relazionali di base, quelli che identificano i processi dinamici di un sistema e quelli che riguardano le sue strutture cicliche di controllo e orientamento a uno scopo. I concetti del primo gruppo, descrivendo i processi a un alto livello di astrazione, permettono l’utilizzo di un linguaggio fisicalista uniforme. Questi concetti sono: sistema, varietà, vincolo, entropia, informazione.”

L’analisi di queste prime risultanze (sebbene – lo ripetiamo – di natura arcaica) consiglierebbe almeno una maggiore cautela (e forse consapevole conoscenza) nell’impiego di una terminologia palesemente inadatta a rappresentare i concetti che il “Decreto” intenderebbe evocare. A titolo di esempio riportiamo qui la traduzione in linguaggio arcaico (LA) (risalente agli inizi del secondo millennio) di alcuni termini in Neolingua (NL) che risultano maggiormente ambigui:

(NL) “spazio cibernetico”
(LA) lo spazio in cui agiscono entità (animali o macchine) dotate di strutture cicliche (loop) di controllo, o feedback.

(NL) “Sicurezza cibernetica/protezione cibernetica”
(LA) le attività di vario genere poste in essere per la protezione e la tutela delle strutture cicliche di controllo (loop) di animali o macchine

(NL) “crisi cibernetica”
(LA) evento caratterizzato dalla mancanza, dalla carenza o dalla interruzione del fenomeno del ciclo (loop) di controllo, o feedback, nelle macchine o negli animali.

Infine, per completezza di informazione riportiamo il link ad un antico, mitologico, testo sull’argomento che sembra soffrire delle stesse patologie e che siamo riusciti ad estrarre da pochi bit, brandelli di informazione

 

 

(“L’ignoranza è forza, la guerra è pace, la libertà è schiavitù”)