Una avvertenza: questo sarà un post molto diverso e molto personale.

Oggi, 60 anni fa, durante il terzo comizio consecutivo previsto per le celebrazioni del 25 Aprile, mio nonno – Giovanni Francesco Nacci – fu colpito dalla trombosi cerebrale che lo portò alla morte il 5 maggio del 1954.

La sua grande passione civile, il suo amore per questo Paese, per il suo popolo, per la democrazia, per la libertà, la sua disponibilità con tutti, la sua correttezza e la lealtà estrema in ogni situazione, erano qualità che gli venivano riconosciute dai suoi avversari politici (quando nel dopoguerra un avversario politico era prima di tutto un “avversario”) ancor prima che da chi con lui condivideva la fede politica.

Ho finito per scegliere di condividere e servire i suoi stessi valori in un modo diverso e da una posizione che potrebbe sembrare, ad una analisi superficiale e sbrigativa, diametralmente opposta ma che forse non lo è poi così tanto. Mi hanno spesso domandato come io faccia a conciliare due posizioni che sembrano così divergenti. Rispondo sempre che se lo scopo è nobile, forse esiste più di una rotta “giusta” per perseguirlo. Il confronto con la figura di mio nonno è ovviamente impari e mi vede serenamente e giustamente perdente: per “le care genti” (per le quali vegliamo in armi sul mare) non ho fatto un decimillesimo di quello fece lui in un momento storico e sociale di questo Paese ben diverso – e oggettivamente più complesso – da quello che viviamo oggi.

Ho conosciuto mio nonno e ciò che è stato soprattutto attraverso i racconti, al limite dell’affettuoso, di chi aveva idee politiche opposte alle sue. Ciò mi ha reso grandemente orgoglioso e mi ha confortato nel momento delle scelte importanti della vita. Sarei davvero felice se lui, essendo qui, oggi fosse orgoglioso di quel che sono.

Sicuramente – mentre sorseggiamo un buon bicchiere di vino rosso sotto un pergolato, osservando le sue amate montagne abruzzesi – sarebbe d’accordo con me nel sostenere che questo è ancora un Paese per il quale vale la pena di morire.

Per cui, siamo d’accordo, nonno: Patria e Onore!

(l’ “Open Source Intelligence Abstraction Layer” è dedicato alla sua memoria)

tratto da L’Unità, 15 maggio 1979, pag. 12