In Open Source Intelligence Abstraction Layer la proposta di una costituenda “Teoria Generale dell’Intelligence delle Fonti Aperte” si fonda sulla necessità di una indagine approfondita – e spiccatamente  interdisciplinare – circa le proprietà delle entità che sono principale oggetto di interesse per l’OSINT: le informazioni e le fonti.

Uno dei possibili livelli di astrazione al quale condurre tale indagine è quello ontologico. In questa ottica è interessante segnalare l’Information Artifact Ontologies, un workshop (22-25 settembre 2014, Rio de Janeiro) organizzato nell’ambito del 8th International Conference on Formal Ontology in Information Systems (FOIS 2014) con lo scopo di:

“…to advance work on information artifact ontologies along the following axes:

1. introductory tutorials providing training in the development and use of specific ontologies
2. discussion of foundational issues concerning the ontological treatment of information artifacts and information entities and also concerning issues of dissemination (how can we advance the degree to which different communities use common, useful and usable ontologies)
3. advancing convergence among resources developed to represent information artifacts in various domains
4. sharing of information on existing initiatives and on plans for further development.”

Salta immediatamente all’occhio la particolare attinenza dei punti 2, 3 e 4 alla proposta contenuta in Open Source Intelligence Abstraction Layer e, di conseguenza, la necessità da parte dell’Intelligence Community e degli Studi di Intelligence di approfondire anche queste tematiche.

L’attinenza diventa ancora più esplicita nel momento in cui si definisce il concetto di Information Artifact e si elencano le caratteristiche che un oggetto deve possedere per essere considerato tale:

“Information Artifact – An early start at a definition, or at least a narrowing of scope: An information artifact originates with a sentient – either by a person thinking/ communicating, or by a machine that was designed to have a function to produce/communicate information.”

Qualche esempio chiarificatore. Sono ricompresi nella categoria degli “information artifact”:  serial number, batch number, grant number, person number, name, address, email address, URI, protocol, lab note, ontology, gene list, publication, result, license, document granting permission, contract, novel, textbook, newspaper, timetable, recipe, map, objective specification.

Non sembra difficile evidenziare, tra quelli indicati, più di un oggetto che possa essere potenzialmente  incluso in una qualsiasi procedura di intelligence (name, address, email address, Url, map, timetable, ecc.)  o comunque che sia in grado di suscitare l’interesse – o almeno la curiosità – di un operatore di intelligence (textbook, novel, contract, lab note, ecc.).

Di qui la considerazione finale: quale migliore occasione per decidersi a comprare un biglietto per Rio de Janeiro?