In ottica previsionale… una domanda più che legittima. In una ottica invece più prettamente interdisciplinare, quali sono o potranno essere le relazioni strategiche tra la disciplina dell’Intelligenza Artificiale (IA oppure AI), le tecnologie e l’Intelligence delle Fonti Aperte? (OSINT)

Ne parliamo insieme a Martina Todaro nella quinta puntata del podcast OSINT2049, la cui prima parte è disponibile su YouTube, Spreaker, Anchor e tutte le maggiori piattaforme.

Sostiene Martina Todaro:

L’analista OSINT mira a essere neutrale. Anche se la finalità è quella di raggiungere o mantenere il vantaggio strategico di una delle parti in gioco, l’analista non si occupa di policy. È il committente che decide l’azione, anche in base ad altri fattori. L’analista deve essere in grado di dire al committente ciò che il committente non vuole sentirsi dire, affinché prenda le decisioni migliori.

Ma – è il problema del settore oggi – l’analista OSINT deve riuscire a mantenere tale rigore nonostante il passaggio obbligato attraverso il filtro – assolutamente non neutrale – del motore di ricerca o algoritmo di raccomandazione che, ahinoi, sono invece proprio specializzati nel dirci quello esattamente quello che vogliamo sentirci dire.

È doppiamente paradossale la situazione se pensiamo che l’intelligence venga percepita come molto parziale e il filtro algoritmico, invece, come assolutamente imparziale, poiché è automatico. (…) vale la pena citare Orwell che nella Fattoria degli Animali scrive: se la libertà significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuole sentirsi dire.

Ritengo che questo sia buona parte del prezzo che paghiamo per sostenere l’economia delle piattaforme, ovvero la libertà di scelta. Come risolviamo il paradosso? Lavoriamo sulle finalità: la statistica la logica sono solo i mezzi. È l’essere umano – che ha la motivazione intrinseca – che sceglie l’obiettivo in base alle finalità, che sceglie ad esempio la knowledge base su cui devono lavorare gli algoritmi.

È l’essere umano che è di parte e per quanto si sforzi non può essere altrimenti. Allora, come dice Luciano Floridi la sfida del nostro secolo é metterci d’accordo sulle finalità, sugli obiettivi e lavorare sul design delle soluzioni.

Ascoltate la prima parte della puntata su Spreaker.